lunedì 9 febbraio 2009

TRC 2009 - NONA PARTITA

Per Aspera ad Astra – Architetti Roma Calcio

La cronaca della partita questa settimana è stringata ed insolita. Non me ne vogliano i giocatori degli Architetti Roma Calcio e della debuttante formazione di Per Aspera ad Astra, ma la partita disputata presso il campo dell’U.S. Tor di Quinto, ha solo importanza per i ragazzi di Gianluca Vesentini, visto che gli Architetti sono già da un turno matematicamente qualificati nel Girone A dei Play-off. Per Aspera ad Astra la partita può dare importanti punti per la qualificazione al 7 o 8 posto. Esce fuori una partita brutta e nervosa. Il gol che determina il risultato finale è una “perla” alla “Pinturicchio” di Flavio Pensosi, che batte il pur bravo portiere avversario con un tiro a “girare” calciato dal limite dell’area e finito sotto al sette.
Per gli Architetti Roma Calcio, sottoposti ad un ampio turn over, è sicuramente la partita più brutta fin qui disputata; Per Aspera ad Astra la dimostrazione che la loro formazione può sicuramente giocare e non sfigurare nell’attuale e nei futuri TRC. L’incontro non è, comunque, stato senza conseguenze per gli Architetti: Gianluca “bomber” Ferrari ha riportato, a seguito di una entrata non troppo amichevole di un difensore di Per Aspera ad Astra, una forte distorsione alla caviglia destra che lo obbligherà ad un forzato stop per almeno 30 giorni, allungando così l’elenco dei giocatori in infermeria; anche a lui un augurio di pronta guarigione.
L’attenzione del cronista è catturata dalla presenza nella panchina degli Architetti di uno “special guest”, un ragazzo calabrese che oramai da cinque anni vive e gioca a Roma sulla sponda biancoceleste del Tevere.
È un ragazzo che si è fatto uomo giovanissimo andando via dal suo paese e girando l’Italia per la sua passione che è anche il suo lavoro: il calcio. È a Parma tra il 1990 e il 1993, a Nocera Inferiore nella Nocerina tra il 1993 ed il 1996, a Verona tra il 1996 e il 1998, a Bergamo nell’Atalanta tra il 1998 ed il 2001, viene successivamente a Roma nel 2001-2002 come “pezzo” pregiato del calciomercato per giocare nella Roma dello scudetto, poi ancora Bergamo (Atalanta), Lecce, Parma e di nuovo a Roma sponda Lazio dal 2003 ad oggi.
Il suo lavoro è anche la sua passione, è un professionista serio e scrupoloso, il suo stile di vita è completamente incentrato e calibrato sugli allenamenti e sul momento agonistico vero e proprio della partita ufficiale. In campo si trasforma: è il giusto mix di concentrazione, “cattiveria agonistica”, attaccamento alla maglia. Un esempio positivo per tutti gli atleti e appassionati del pallone.
Fuori del campo è un ragazzo senza “grilli per la testa”, sempre disponibile a stringere la mano, a firmare autografi o a farsi ritrarre in foto con i tifosi della squadra per la quale gioca. Quasi sempre “glissa” l’argomento calcio portando il suo interlocutore su altri discorsi, ma quando decide di parlarne ci si rende conto che le sue conoscenze tecnico-tattiche vanno al di là di ogni aspettativa. Vedere accanto a lui una partita di calcio è una rivelazione, è in grado di dare una lettura delle situazioni tattiche che i radiocronisti o telecronisti spesso non riescono a trasmettere, tendendo, però, a sminuire la sua competenza, banalizzandola spesso con una frase del tipo: “riesco a fare questa lettura perché gioco a pallone da vent’anni”.
La sua disponibilità risulta maggiormente evidente anche per il sostegno fornito con un video alla Parent Project Onlus nel 2008 (la stessa Associazione sostenuta dalla IAL – Associazione che da sempre organizza il TRC) con altri giocatori della Lazio.
Ma è anche e soprattutto un amico, una persona che si rende disponibile per venire a vedere una partita degli Architetti Roma Calcio in una fredda serata invernale. Sfortuna per lui e per gli Architetti che sia la partita più brutta in assoluto tra quelle finora disputate. Lui, Sebastiano Siviglia, si siede vicino agli altri giocatori ed osserva in silenzio. Alla fine della partita, abituato a ben altri spettacoli, grazia la squadra non facendo nessun commento sulla partita e su un gioco che rispetto alla Serie A ha il freno a mano tirato e non solo. Sebastiano lo sa, questa è la passione che accomuna tutti gli italiani, indipendentemente dal livello a cui si giochi. Si rende comunque disponibile, ben consapevole, dello scarso spettacolo che lo attente una volta giunto al campo.
Gli Architetti Roma Calcio a fine partita, in segno di ringraziamento e di amicizia, gli donano la loro maglia n. 13 del TRC in corso. Alcune voci riferiscono che il responsabile della squadra degli Architetti voglia ritirare definitivamente tale maglia (e quando mai gli Architetti avranno di nuovo un simile segno di affetto da parte di un giocatore di Serie A?). Sebastiano, poi, si rende disponibile per foto di gruppo, singole, strette di mano e pacche sulle spalle. Soprattutto rimane ancora per mezzora tra gli Architetti, rispondendo a tutte le domande possibili ed immaginabili sulla Lazio, sul calcio in generale, sulla tattica, sui portieri (sollecitato dal Player/President degli Architetti Roma).
Questa è l’unica vera nota positiva della serata.
Un grazie di cuore a Sebastiano, un amico, un uomo, un appassionato di calcio.
Le formazioni per il saluto di rito.

Chi sarà il "giocatore ombra" degli Architetti Roma Calcio?

Sebastiano Siviglia con gli Architetti Roma Calcio.

Sebastiano Siviglia e il Player/President Tommaso Empler.

Sebastiano Siviglia e Mister Aldo Amato.

Sebastiano Siviglia e Gianluca "bomber" Ferrari.

by pi-pero

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