Cari amici “pallonari” e non, ma afecionados del TRC
in merito alla triste vicenda che ci ha visto negativamente protagonisti sabato scorso, con la presente desidero chiedere ufficialmente scusa a nome di tutta la squadra degli Architetti Roma Calcio e del suo capitano Stefano Fiorini in particolare, in primis al Signor Arbitro Daniele BALZAMONTI, poi alla A.S.D. IAL (associazione che organizza il TRC), all'A.R.A. (Associazione Romana Arbitri) ed a tutte le squadre partecipanti al torneo.
in merito alla triste vicenda che ci ha visto negativamente protagonisti sabato scorso, con la presente desidero chiedere ufficialmente scusa a nome di tutta la squadra degli Architetti Roma Calcio e del suo capitano Stefano Fiorini in particolare, in primis al Signor Arbitro Daniele BALZAMONTI, poi alla A.S.D. IAL (associazione che organizza il TRC), all'A.R.A. (Associazione Romana Arbitri) ed a tutte le squadre partecipanti al torneo.
Non ci sono giustificazioni per quello che è successo, se non dire che non doveva assolutamente succedere e che non dovrà mai più ripetersi né da parte nostra né da parte di nessun altro.
Ed è questo il punto su cui vorrei focalizzare l'attenzione: imparare dagli altri (in questo caso dagli architetti) cosa NON deve essere assolutamente fatto.
Il torneo al quale partecipiamo è contraddistinto dalla presenza di professionisti, persone che tutti i giorni in giacca e cravatta danno il meglio della loro professionalità in ogni ambito.
Non dobbiamo però cadere nell'errore, quando indossiamo scarpini, pantaloncini e magliette, di trasformarci come Dottor Jekyll e Mister Hide. Non deve essere l'adrenalina mista ad “ansia da risultato” ad offuscarci completamente il cervello e portarci a compiere della azioni che non rientrano nei nostri modi di fare abituali e delle quali potremmo amaramente pentirci, anche e soprattutto “dopo” la partita.
Ed è questo il punto su cui vorrei focalizzare l'attenzione: imparare dagli altri (in questo caso dagli architetti) cosa NON deve essere assolutamente fatto.
Il torneo al quale partecipiamo è contraddistinto dalla presenza di professionisti, persone che tutti i giorni in giacca e cravatta danno il meglio della loro professionalità in ogni ambito.
Non dobbiamo però cadere nell'errore, quando indossiamo scarpini, pantaloncini e magliette, di trasformarci come Dottor Jekyll e Mister Hide. Non deve essere l'adrenalina mista ad “ansia da risultato” ad offuscarci completamente il cervello e portarci a compiere della azioni che non rientrano nei nostri modi di fare abituali e delle quali potremmo amaramente pentirci, anche e soprattutto “dopo” la partita.
Cerchiamo di ricordare sempre che in fin dei conti è solo una partita di "calcio amatoriale", dove, si, nessuno vuole perdere, ma che non ci sono complotti o persecuzioni da parte di nessuno nei confronti di nessuno! Cerchiamo di accettare con più serenità e sportività il verdetto del campo.
Tutti possiamo sbagliare, dalle mie “quaje” ai gol mangiati dagli attaccanti, agli abbagli presi dagli arbitri, ma TUTTO FA INEVITABILMENTE PARTE DEL GIOCO, di quel gioco che ci fa passare insieme come avversari-amici “pallonari” la maggior parte dei sabati dell'anno.
Il Responsabile della squadra Architetti Roma Calcio
Tommaso Empler
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