FRANCINELLI:
VOTO 8. Arriva all’appuntamento per la
partenza con la futura (prossima) moglie che lo saluta e lo raccomanda di non
farsi male che a fine Agosto si devono sposare. Lui la rassicura promettendole
che tornerà a casa sano e salvo ma dimentica di fare i conti con la propria
schiena. L1/T12 e il Francio è colpito e affondato, roba da battaglia navale.
Per la durata dell’unica partita che gioca, contro la compagine parmense, viene
chiamato a ben 2 interventi che risolve con la classe che lo contraddistingue. Farà
storia la parata sul calcio di rigore che sfodera, e che permette agli
architetti Roma calcio di aggiudicarsi il primo incontro, dopo che è rimasto a
terra per almeno due minuti e sia evidentemente impossibilitato a continuare a
giocare. FALSO INVALIDO!
MIRANDA:
VOTO 8.5. Escluso al
primo incontro per scelta tecnica brontola un po’ per la mancanza di fiducia
nei suoi confronti e decide di arrangiarsi come può, ricorrendo al Vodoo. Detto fatto ecco che Francinelli
alza bandiera bianca, aprendo il sinistro per prendere i soldi dell’assicurazione
e pagarsi metà del matrimonio. Chiamato in campo si fa trovare pronto e gioca
un torneo in crescendo. Contro la squadra di Milano fa il meglio ed il peggio
visto in campo. Para un rigore che sembra Handanovic e fa un’uscita a vuoto che
sembra Seaman dell’Inghilterra. Partita dopo partita acquista fiducia e cresce
nel rendimento fino a sfoderare un paio di parate di altissimo profilo, di cui
una in finale su punizione dal limite su cui si lancia che sembra Lev "Ragno nero" Yashin. Verrà
però ricordato soprattutto per la pizzetta al pomodoro che dimora sulla sua
gamba, segno di un evidente stato di cancrenosi tibiale e per il contributo
fondamentale dato per gli extra dell’albergo che solo per il “cocktail Miranda”
(amaro con ghiaccio e scorza di limone per chi non fosse bartender) sono costati alla squadra ben 150 euro. UBRIACONE!
CAPPELLI:
VOTO 8.5. In un
torneo impegnativo come quello di Tonezza del Cimone avere nel proprio organico
un giocatore capace di ricoprire molti ruoli è un po' come avere fatto 13 al
totocalcio. Terzino destro, sinistro e centrale di difesa, dove lo metti non
sbagli. Rendimento costante estremamente soddisfacente, un po’ come una
trombata con Rocco Siffredi. Si mette alle calcagna degli attaccanti avversari
anticipandoli, insultandoli, maltrattandoli e minacciandoli. L’aspetto austero
da professore li induce a subire sommessi le angherie del docente più amato
dalle studentesse italiane e straniere che a suon di like sul suo profilo FB tentano di svangare il suo durissimo esame.
MURO INVALICABILE!
MADONNA:
VOTO 7. Ormai definitivamente stabile e
a suo agio nel ruolo di terzino dx deve fare i conti con una serratissima
concorrenza di Cappelli, Vigliotti, Colasanto, Mattei e chi più ne ha ne metta.
Lui però non si scompone più di tanto e accetta la competizione. Gioca partite
accorte lanciando profondo e evitando di correre rischi inutili. Le sue rimesse
poi sono un vero e proprio pericolo costante per gli avversari che cercando di
ribattere come possono. Sfiora il gol nel finale della finale (scusate il gioco
di parole) con un colpo di testa degno di Peter
Crouch sia per dinamica che per antiestetismo. CATAPULTA!
PORCELLI
M.: VOTO 9.5. Non è un
caso che questo giocatore sia il capitano degli Architetti Roma Calcio. Reduce
da un brutto infortunio accorso durante una delle ultime amichevoli pre-torneo,
regalo di una gomitata di quella checca isterica con il cerchietto che
corrisponde al nome di Paulizzi, stringe i denti e guida la squadra al successo
della quarta (e più importante) coppa stagionale col piglio del leader nonostante una costola
probabilmente incrinata, roba da Luis
Fernandes (in arte Pelé) nel film "Fuga
per la vittoria". Quando la squadra non riesce a sbloccarsi
dall’evidente stato di torpore offensivo, è lui a togliere le castagne dal
fuoco con 2 gol in altrettanti incontri. Per un evidente caso di omonimia o
scambio di persona risulta essere il migliore in campo della finale del torneo
e quindi forse nell’unica partita in cui non avrebbe meritato tale titolo. Ma poco
importa anche perché nelle ultime 36 ore si è nutrito solo di OKI, Alcool e
sigarette artigianali. Insomma a noi piace così, bello e dannato. MICHY ROURKE.
D’INVERNO:
VOTO 9. A 44 anni suonati e in un torneo
con 2 partite di media al giorno ci si sarebbe aspettati da lui una presenza in
campo limitata, a causa del tournover.
Il buon Massimiliano, è risaputo, ha una resistenza al dolore e alla fatica
degna di un atleta di pentathlon,
basta ricordare di quando giocò la partita più importante della stagione a casa
della temutissima Telecom con ancora l’agocanula della flebo al braccio.
Assieme a Porcelli è il più impiegato del gruppo, mai sostituito, e stabilisce
l’incredibile record di 0 ammonizioni in 4 partite, roba che neppure lui ci
crede e che se ne vergognerà per anni. Per compensare tanta bontà quando tutti
dormono e non è visto da nessuno, esce nel cuore della notte per sgozzare il
capretto dei vicini e berne il sangue. Perde la voce (e a tratti anche la
pazienza) a più riprese col povero Febbraro reo di non chiamargli l’avversario
che gli taglia alle spalle e di essere sempre troppo distante da lui nella
diagonale difensiva. Tranquilli Febbraro è tuttora vivo e vegeto, se non altro
perché gli eseguiva la fasciatura giornaliera e quindi è stato costretto a
tenerlo in vita. Comunque con lui non si passa e i malcapitati attaccanti
avversari tonano a casa a bocca asciutta. PIETRONE
VIERCHOWOD!
FEBBRARO:
VOTO 6.5. Dopo una
stagione da protagonista, se non altro per il rendimento costante che lui
stesso si attribuisce nelle pagelle che egli stesso redige, stecca
l’appuntamento più importante della stagione. Ha abituato tutti a grande
personalità e belle giocate eppure di entrambe se ne vedono poche in questo
torneo. Ha come attenuanti l’evidente disagio che dimostra quando gioca nei
campi in erba naturale al posto dei sintetici e i postumi di un matrimonio da
poco celebrato con tanto di luna di miele che lo tiene lontano dalla squadra e
non gli permette di prepararsi atleticamente a questo evento così importante come
vorrebbe. Comunque. Interrompe anzitempo la luna di miele per poter giocare la
semifinale della Spring Cup e mettere preziosi minuti nelle gambe in vista di
Tonezza (gesto in realtà apprezzato dal solo Cappelli). Lascia nel secondo
weekend di matrimonio la moglie a casa e gioca un torneo con luci ed ombre
giocando da par suo solo in finale. Purtroppo verrà ricordato più per i due
rigori sbagliati in altrettante partite che per quello che di buono ha
combinato, dando finalmente ragione al Valle che lo vuole di Corvette in cucina piuttosto che al Pass.
NON PRESUNTUOSO!
GAGLIOSTRO:
VOTO 6. E’ senza
ombra di dubbio il giocatore più sfortunato del torneo e forse anche della
stagione degli architetti (ex aequo
con il compianto De Santis). Già durante l’arco di questa lunga ed estenuante
stagione calcistica era stato perseguitato da una serie di infortuni che lo
avevano costretto a lungodegenze lontane dal campo da gioco. Rientra pronto per
l’uso per il finale di stagione con tanti sogni e tante speranze che purtroppo
vengono infranti già alla prima partita quando, complice un pessimo stato del
campo da gioco e un’entrataccia da parte di un centrocampista parmense è
costretto ad uscire dal campo e non farci più ritorno per tutta la durata del
torneo. A lui vanno il nostro sostegno e il nostro in bocca al lupo. DAIE PEPERONCINO!
VALLEROTONDA:
VOTO 8. Inizia così così, al suo solito,
correndo tanto per il campo ma male, estraniandosi dal gioco. Aumenta il
proprio apporto partita dopo partita, un po’ come un motore diesel. Nonostante
venga continuamente vessato da Febbraro che lo accusa di “dormire da piedi” e
di scarso rendimento, si impegna e si danna l’anima combattendo su ogni pallone
come se fosse l’ultimo, contribuendo con il suo apporto dinamico alla vittoria
finale. Corre, salta, crossa e persino raddoppia. Gli manca solo la via del gol
che cerca in più di un’occasione e che solo per mancanza di fortuna non riesce
a trovare. Alterna buone giocate a facciate sul terreno, figlie della voglia e
di un’evidente scarsa coordinazione, ricevendo qualche calcione di troppo che
ricorderà per un po’, se non altro per i segni sulla pelle. GREGARIO!
IANNUZZI:
VOTO 9. Bersagliato ferocemente dalla
critica dei compagni per lunghi tratti della stagione per il suo scarso impegno
e per il suo rendimento discontinuo, si prende una bella rivincita in quel di
Tonezza. E’ l’alfa e l’omega degli architetti. Suo infatti il
primo e l’ultimo gol degli architetti in questa prestigiosa competizione. Da
rivedere le esultanze. Nella prima tenta di pogare contro un compagno che si
sposta all’ultimo e lo lascia cadere come una pera cotta, nella seconda tenta
una capriola degna di un Makinwa ottantenne con la sciatica. Pochi minuti ma di
grande qualità, per il Pinturicchio dell’Aloa, (o era il Borraccia di Alba
Adriatica?), che finalmente è entrato in condizione e inizia a far vedere il
suo vero valore, e che tutti sperano sia solo la punta di un iceberg. LAZZARO!
LEONARDI:
VOTO 6.5. E’ l’ultimo
ad aggregarsi al gruppo dei 25, causa compleanno del figlio, e quindi è
costretto a farsi il viaggio da solo pur di non dare un dispiacere al suo
pargolo, roba da super papà. Prende
un treno in solitaria pur di esserci, a testimonianza di quanto ogni singolo
giocatore sia conscio dell'importanza del proprio apporto. In campo per 45
minuti contro la corrazzata di Novara, alterna buone cose come i contrasti
vinti, a cose meno, come il mancato colpo di testa sul gol Novarese. Le
malelingue dicono che non voglia rovinarsi il ciuffo e che inizi anche ad avere
un principio di alopecia, ma lui non se ne cura e tira dritto come un treno verso
la tricopigmentazione. Scelto come rigorista ufficiale in caso di rigori, ha il
rammarico che la squadra smetta di pareggiare e inizi a vincere proprio al suo
arrivo e quindi di rigori neppure l’ombra. Lui è comunque soddisfatto, per i
minuti giocati e per aver riciclato gli 80 euro del treno e i soldi per
l’albergo. LAVATRICE!
TAVANIELLO:
VOTO 7.5. Arriva
all’appuntamento di Tonezza in evidente ritardo e con aria di sfida, a capo di
un gruppo di dissidenti che arrivano consapevolmente tardi, sfidando le ferree
regole dettate da Mr. Placidi in versione Daimon
di Mila e Shiro. Gioca la prima
partita così così, frenato da un campo in pessime condizioni. Cresce nella
seconda partita e conclude il torneo con una prestazione sontuosa, chiudendo le
trame di gioco avversarie e dando, da buon metronomo, fluidità alla trama di
gioco architettonica. Si farà ricordare soprattutto per un battibecco con il
difensore Vicentino della finale, che gli dichiara apertamente il suo amore
mostrandogli la lingua, ma che il Tava rifiuta decisamente e bruscamente perché
etero, sposato e con figli. Però quant'acchiappa. Atro che metronomo...METROSESSUALE!
PORCELLI
S.: VOTO 9. Il bruco
che diventa crisalide ed ora farfalla. Ma quale farfalla, ape vera e propria,
che punge come una vespa. Quando si accende è inarrestabile, una forza della natura.
Nelle prime partite latita a causa di un campo impraticabile che non gli
permette di esprimere tutte le sue caratteristiche di corridore. Cresce partita
dopo partita diventando una delle armi in più della squadra degli architetti.
In finale è il crack che sposta gli
equilibri: dapprima con un assist al
bacio che chiede solo di essere depositato in porta, poi con un’accelerazione
che costringe il difensore avversario al fallo da rigore. I giocatori avversari
non riescono a frenarne l’impeto e lui s’impadronisce della fascia destra
dettando legge fino al momento della sua sostituzione. URAGANO!
COLASANTO:
VOTO 8.5. Arrivateci
voi alla soglia del mezzo secolo come Massimo. Splendido 49enne con lo spirito
di un ragazzino e la voglia sessuale di un adolescente. Arrivato in quel di
Tonezza si mette subito alla ricerca, con tanto di GPS, di via Abbruzzi e ha
l’impulso di ritornare ad Alba Adriatica seduta stante quando non la trova in
tutto il Veneto. Si arrende all'evidenza e si mette mentalmente e fisicamente
solo a disposizione di Mr Placidi che lo utilizza sapientemente. In campo è un
grillo che salta libero per la vallata di Tonezza, correndo su e giù per il
campo e arrivando quasi sempre primo sui palloni scodellati. In finale gioca
una partita pressoché perfetta guadagnandosi la standing ovation con tanto di applausi anche avversari al momento
dell’uscita. DORIAN GRAY!
MATTEI:
VOTO 6.5. Non è
facile trovare spazio in una squadra che ha vinto praticamente tutto ciò che
c’era in palio, quando si è l’ultimo arrivato. Il Roscio che nei propri
trascorsi ha una militanza in diverse categorie calcistiche tra cui anche
quella delle pippe al sugo, questo lo sa e si mette a disposizione
dell’allenatore con la serietà di un professionista e la voglia di un neofita.
Viene sorprendentemente schierato titolare nella prima partita del torneo, con
sommo stupore di tutti i presenti, diretta conseguenza di un’apparizione
notturna nei sogni di Mr Placidi, rinomato per la scaramanzia, che lo sogna
primo marcatore e caccia un urlo nel cuore della notte. Per sua sfortuna, (a
parte quella di essere roscio si intende) oltre a riceve la maglia col numero
17 per uno strano scherzo del destino, Mr Placidi dopo 15 minuti di gioco
rinviene dal suo momentaneo torpore scaramantico e lo toglie in fretta e furia
dal terreno di gioco, gridando anatema. Il povero Mattei in realtà fino a quel
momento non aveva neppure demeritato. Verrà ricordato più per la sua dipendenza
da Selfie e dall’abilità con cui
guida il Fiat Ducato che per le sue giocate. In ogni caso a soli due mesi dal
suo ingresso in squadra è già diventato un beniamino, pure se tutti riconoscono
che a tratti sia un deficiente completo. ROSCIO
MALPELO!
TASSONE:
VOTO 9. E’ un giocatore di un’altra
categoria e lo si capisce da subito, quando schierato in campo da titolare nel
primo incontro, pur essendo alla prima con il gruppo, si impadronisce del
centrocampo con il piglio del leader
e fa suonare la squadra come un ottimo direttore d’orchestra. Che sia un
professionista lo si capisce immediatamente, anche perché è l’unico in squadra ad
avere 5 paia di scarpini diversi nella borsa avendo a disposizione un solo paio
di piedi. Sovrasta sul piano fisico i suoi diretti avversari, non trovando
rivali sui colpi di testa in cui salta che pare abbia le molle sotto gli
scarpini. Il centrocampo con lui in cabina di regia diventa un reparto completo
e la palla gira con fluidità trovando spesso la via della porta. Gioca senza
sosta tutte le partite del torneo buttandosi a capofitto nella mischia quando
infuria la battaglia. Bella e coraggiosa la scelta di giocare anche la finale
seppur acciaccato e usurato, in cui dimostra un attaccamento alla squadra che
va oltre il mero svolgimento di un compito pattuito. COMBATTENTE!
ALFIERI:
VOTO 10. E’ l’uomo
dei gol pesanti, quelli che ti fanno gridare a squarciagola e fare tutto il
campo di corsa pur di abbracciarlo, roba che a confronto l’esultanza di
Tardelli ai Mondiali è nulla. Dopo quello pesantissimo nella tana del lupo,
covo Telecom, ecco un’altra prestazione maiuscola del falso nueve degli architetti, che di segnare ha
preso il vizio ed è determinante in questo ruolo da rifinitore, liberato da
compiti di impostazione e d'interdizione. A lui va la palma del migliore del
torneo. In tutte le partite è sempre uno dei più pericolosi, con una continua
ricerca della via del gol. Decide la finale con una storica quadripletta che lo
incorona capocannoniere del torneo. 4 tiri 4 gol. 100% di realizzazione. Rigori
compresi in cui si dimostra il più freddo dagli 11 metri. Al quarto gol si leva
un grido da bordo campo: Alfieri sei nammerda! Come dagli torto. Afieri merda
sempre e comunque, lo ha ribadito pure il n. 5 dei Vigli del fuoco, uno che
sembrava appena uscito di galera con tanto di tatuaggi sulle braccia e sul
collo, uno tranquillo insomma. Quindi AAM sì, purché Alfio giochi sempre così. MAN OF THE MATCH!
VIGLIOTTI
MOMMO: VOTO 7.5. Reduce da
un infortunio al tallone, recupera a tempo di record e si fa trovare pronto per
le finali nazionali seppur non al meglio della condizione fisica. Schierato
come terzino destro e come interno di centrocampo è sempre garanzia di apporto
dinamico, di grinta e di forza fisica. Viene utilizzato un po’ con il
contagocce da Mr Placidi che evidentemente non vuole rischiarne una ricaduta,
ma quando viene chiamato in causa è sempre prezioso. Bene in tutte le
apparizioni, ma senza brillare come ormai tutti sanno che è in grado di fare. RISTABILITO!
AMATO:
VOTO 6. E’ l’esempio dell’uomo squadra.
La dimostrazione del vero attaccamento alla causa comune e al gruppo.
Nonostante un minutaggio ridottissimo nelle ultime uscite, si mette in forma
buttando giù qualche kilo di troppo e si fa trovare pronto per il torneo. Si
mette a disposizione del mister che decide di concedergli una sola apparizione,
nella quale gioca senza lode e senza infamia meritando la sufficienza. Per il
resto del torneo è da 10 e lode. Si da' da fare per rimediare i pulmini,
garantendo con i propri soldi per la franchigia e guidandone personalmente uno
per 1200 km., rincuora i compagni demoralizzati, incita da bordo campo come
fosse un capo tifoso, porta materiale per i compagni e molto altro ancora. Il
tutto rispettando con correttezza e in silenzio il volere dell’allenatore con
una maturità e un professionismo che possono solo essere elogiati ed essere di
riferimento per tutti i compagni. ENCOMIABILE!
BRUNETTI:
VOTO 7. Deve fare i
conti con una concorrenza spietata a centrocampo che gli riduce il minutaggio e
gli fa anche girare un bel po' le palle. Gioca un torneo senza particolari
squilli, cercando di rendersi utile quando viene tirato in ballo. Contro i
Vigili del fuoco ingaggia una gara di vera ignoranza con il terzino avversario,
trovando pane per i suoi denti. Le malelingue dicono di aver visto il mansueto
Bruno che lo cercava con una mannaia sotto casa non appena di ritorno dal
viaggio. Perché Bruno è buono sì, ma guai a pestargli i piedi. Di certo non è
soprannominato Psycho per la passione che ha per i film di Hitchcock. Vigile
avvisato. Unico vero neo del suo torneo, il calcio di rigore tirato malamente con
la stessa voglia con cui ci si reca per pagare una muta da Equitalia. IRREQUIETO!
RIDOLFI:
VOTO 7. Lui a Tonezza non ci voleva
neppure venire, un po' per scaramanzia, un po' per la vena polemica che
contraddistingue il folletto degli architetti Roma calcio. Comunque. Arriva
all'albergo per il rotto della cuffia, quasi in zona multa, a causa di uno stop
improvviso da parte della polizia attirata sia dai cerchi in lega da tamarro
recentemente montati sulla sua automobile, sia dai candidi visi da bravi
ragazzi che hanno i suoi passeggeri. Con profonda perplessità da parte degli
stessi agenti, che non riescono credere ai loro occhi, risultano tutti
incensurati o quasi. Quasi si, perché D'Inverno ha una lista di denunce per
minacce e percosse che a confronto Tyson sembra Papa Francesco. Il kit di Marco
in quel di Tonezza è rappresentato dal solito paio di infradito e le ciavattelle
color fluo e, forse per la prima volta della sua vita, deve arrendersi
all'evidenza dell'impraticabilità del campo e decide di andarsi a comprare un
paio di scarpini nell'unico negozio nel raggio di miglia, che però vende
principalmente ortofrutta. Tra le pesche e le mele della Val di non, riesce comunque a trovarne un paio che gli calzano. Purtroppo
per lui gli serviranno a poco, a causa di uno scarsissimo rifornimento di
palloni giocabili e la sua proverbiale refrattarietà a tirare in porta. Aveva
sognato un torneo nazionale da protagonista, a riscattare una stagione al di
sotto delle sue possibilità, ed invece deve accontentarsi di un ruolo da spalla
di un Gonzalo che gli ruba la scena e perché no, anche gli unici palloni
giocabili. CENERENTOLA!
PLACIDI:
VOTO 8. Arriva a
Tonezza in uno stato di forma eccellente grazie al pilates, dimagrito e depilato. Ha continue erezioni da settimane al
solo pensiero di potersi andare a confrontare con le squadre di tutta Italia,
roba che neppure il viagra durerebbe così tanto. Quando arriva al campo e vede
tutte le altre squadre con le loro magliette scintillanti, comprende che il
ruolo di semplice allenatore gli sta troppo stretto e gli monta il Gianluca
Vialli al tempo del Chelsea che c'è
in lui. Allenatore-giocatore-mascotte-confidente-medico-mental coach, insomma è
tutto, tipo la santissima trinità. In campo è il punto di riferimento
dell'attacco degli architetti, facendo a sportellate con tutti come Pellè, e facendo
ammattire e ammonire buona parte delle difese avversarie. La maglia n. 9 lo
esalta anche se, dirà il padre intervistato, a uno come lui dovrebbe essere permesso prendere numeri dal 14 in poi...Il
top comunque lo raggiunge in semifinale con i Vigili, quando riesce a far
espellere il centrale avversario, che pensava evidentemente di stare nel suo
paesino dello sprofondo pugliese, dove lui è giudice e giuria, che lo tartassa
di calci dal primo minuto e che guadagna la via degli spogliatoi già a metà
della ripresa. Si dedica al lavoro sporco con dedizione, anche perché quello
pulito gli riesce poco. Un pallone calciato verso la porta in occasione di una
punizione dal limite ha raggiunto lo spazio conosciuto ed è diventato un
satellite orbitante accanto a quello di Sky; un rigore viene parato senza
particolari difficoltà dall'estremo difensore avversario; un paio di tiri
abbattono altrettanti cervi nelle vicinanze del campo; insomma per vedere il famoso
Gonzalo dai piedi buoni bisognerà aspettare le partitelle d'allenamento, dove
si esalta come pochi, per ora accontentiamoci di Pellè. PANZER.
MR.
CIAFFI: VOTO 8.5. E' forse uno
dei motivi principali (assieme ai cerchi tamarri) per il quali viene fermata
per controlli la macchina di Ridolfi. Quando si avvicinano al finestrino infatti
gli chiedono immediatamente documenti ma purtroppo non riescono a riconoscerlo.
Lui si giustifica spiegando che è affetto da una brutta congiuntivite, i
poliziotti non gli credono e si arrendono solo dopo aver controllato tutti i
database di tutti i penitenziari d'Europa. Lo rilasciano dopo un paio d'ore con
tanto di scuse ufficiali del Comandante. Al secondo giorno la situazione però
non migliora affatto anzi peggiora. A quanto pare la congiuntivite ha l'effetto
collaterale di otturargli i seni frattali e quando dorme russa così forte che
pare che qualcuno abbia acceso un trattore. Per questo viene anche isolato.
Quando si addormenta i compagni di stanza scappano e rientrano soltanto a
mattina poco prima che si svegli, per non farlo sentire troppo in colpa: bel
gesto. La benda sull'occhio che sfodera dalla finale poi intimorisce gli
avversari che pensano sia Massimo Carminati detto "Er cecato" venuto
da Roma per mettere le mani sul Torneo di Tonezza del Cimone e con questo misundertstanding contribuisce alla
vittoria finale. La benda gli procura anche una scrittura per il remake del
film "Fuga da New York" nel ruolo prima di Kurt Russel ed oggi suo di
Jena Plissken. Sta di fatto che con lui in panchina gli architetti vincono
sempre. CIAFFO ACCIUFFA TUTTO!
PRES.
T.EMPLER: VOTO 8. E'
probabilmente uno dei principali artefici di questo nuovo miracolo italiano, assieme chiaramente al resto dello staff tecnico. In una stagione sola
infatti riesce a vincere tutto, diventando il presidente più vincente di sempre
e contemporaneamente quello più odiato, ma sta tranquillo Tommy, è risaputo che
chi vince simpatico non lo è mai. Comunque. Trascorre gran parte del soggiorno
di Tonezza al telefonino, roba che neppure Bruce
Willis durante le reclami Vodafone.
Lui al pari del suo amico e compagno di lavoro Francinelli sta tentando una truffa
milionaria chiedendo l'invalidità permanente. Da un po' di mesi a questa parte
infatti (le malelingue dicono più o meno da quando hanno iniziato a chiamare
fornitori e prestatori d'opera vari per chiedere il saldo delle fatture del
2015), il buon Tommaso dice di avere piccoli problemi di udito. In realtà è
sordo come una campana, roba che a confronto Beethoven è un pipistrello. E'
infatti l'unico in panchina a lamentarsi h24 dei continui falli non fischiati,
pure quando l'arbitro li concede. Ad ogni modo ora ha problemi ben più gravi da
risolvere: trovare una bacheca abbastanza grande per contenere tutti i premi
vinti dalla sua squadra e reperire i fondi per saldare i premi milionari
promessi all'allenatore, dal quale aspettava si una grande annata, ma dal quale
sicuramente non si aspettava questo en
plein. INDEBITATO!
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