La partita viene disputata, per motivi logistici, a campo invertito.
Sul terreno di Campoverde, tutto c’è, tranne il verde. “Questa è la tana dei leoni”, dichiara il responsabile della squadra pontina, “sarà pure”, risponde quello della squadra degli Architetti, “ma noi vorremmo giocare a pallone e non a palla pazza che strumpallazza”. Ed in effetti la previsione di poter giocare poco a calcio e tanto a “calcioni” presto si avvera. È d’obbligo, quindi, una domanda all’organizzatore del TRC: “è possibile che fuori da Roma non ci siamo campi da gioco degni di questo nome? Se si vuole alzare il livello del TRC probabilmente bisognerebbe richiedere il rispetto di alcuni requisiti minimi degli stessi campi da gioco. Se, invece, è opinione che si debbano verificare le capacità di adattamento e tenuta delle varie squadre al cross-country, allora ben vengano questi campi. Questo, però, potrebbe portare nel futuro i responsabili delle varie squadre a decidere di non assecondare la richiesta dei pontini di giocare tutta la prima fase del torneo in trasferta di cortesia”.
Il risultato finale della partita, però, non può essere imputato, dal punto di vista degli Architetti, solo al terreno di gioco. La squadra di mister Amato infatti, dopo aver concluso per prima la fase di qualificazione, è apparsa nella circostanza abulica ed impacciata. Ha condotto le fila del gioco per gran parte della partita, ma non è riuscita a scardinare, se non nel primo tempo, una nutrita difesa degli Ingegneri pontini, che hanno pensato prima di tutto a non prenderle, schierando un 5-4-1, con il solo Francesco Di Matteo in avanti e Marco Mazzoli pronto a supportarlo sulla fascia sinistra.
Il risultato finale di 1 a 1 matura tutto nel primo tempo.
Gli Architetti partono vogliosi di dimostrare il loro valore ed hanno un paio di buone occasioni con Alberto Fiorini, ma la bravura del portiere dei pontini Michele Ghirotto e l’imprecisione dell’attaccante portano ad un nulla di fatto. Gli Architetti reclamano, poi, un calcio di rigore su un evidente fallo di mano di un difensore, che, con modalità pallavolistica, libera la propria area di rigore da un pericolo cross.
Il vantaggio alla metà del tempo. Davide Calisse trova con un passaggio in profondità Alberto Fiorini che supera il portiere avversario in uscita.
Gli Ingegneri pareggiano verso la fine del tempo su colpo di testa di Marco Mazzoli, abile ad inserirsi in area di rigore su palla alta in profondità, approfittando di una incomprensione/dormita del portiere/difesa.
Nel secondo tempo i pontini pensano soprattutto a mantenere il risultato, mentre gli Architetti provano a portare via la “posta piena”. Di fatto ne esce uno sterile predominio a centrocampo, con alcune pericolose ripartente degli Ingegneri ben controllate dalla difesa degli Architetti. Sul finale ancora su azione di Marco Mazzoli gli Ingegneri hanno la possibilità di passare in vantaggio, ma la conclusione ravvicinata viene ben neutralizzata dal portiere degli Architetti.
Migliori in campo sono a giudizio del cronista Marco Mazzoli per gli Ingegneri di Latina (per la sua pericolosità ed il solco lasciato sulla fascia di sua competenza) ed Alberto Fiorini per gli Architetti (uno dei pochi a dimostrare per tutta la partita la voglia di portare via il risultato pieno).
La partita dimostra come con i playoff inizi una nuova ed avvincente fase del torneo, dove nulla può essere dato per scontato. Tutto si azzera ed anche le squadre che nella prima fase avevano una cattiva posizione di classifica possono tranquillamente aspirare ad arrivare in semifinale, superando quelle che nella prima fase sono risultate meglio posizionate.
Le squadre entrano in campo.
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