IL PAGELLONE
FRANCINELLI:
VOTO 6.5. Partita accorta per il portiere
degli architetti che trascorre gran parte della partita a elargire buoni
consigli e rimbrotti ai propri compagni. In settimana aveva tentato di
spaventare Febbraro raccontandogli che avrebbe dovuto marcare l’attaccante
degli Akrosport che vantava addirittura, udite udite, una presenza
nell’intertoto del 1996, caricandolo a molla. Fa quello che gli viene chiesto
dall’allenatore, indirizzando a dovere (insomma all’interno del rettangolo di
gioco) i rilanci dal fondo e facendosi trovare ben posizionato e risoluto negli
unici due tiri nello specchio della porta da parte degli avversari. La sua
uscita in presa alta nel finale ha tanto il sapore di liberazione. ATTENTO!
VIGLIOTTI:
VOTO 6. Riprende la sua posizione di laterale
difensivo, dopo l’esperienza (breve) come interno di centrocampo. Partita di
sostanza, condita con contrasti vigorosi in perfetto stile Vigliotti. Buona
spinta in fase offensiva, anche se trova sul proprio binario troppo spesso il
Porcellino che di muoversi centralmente sembra non volerne sapere e che
inevitabilmente ne ostacola un po’ le scorribande. Per il resto qualche piccola
amnesia e qualche fallo di troppo, ma nulla di che. ARREMBANTE!
PORCELLI:
VOTO 6. Deve riconquistare la leadership, per far
terminare questa moda divampata tra i propri compagni di squadra di scegliersi da
se il proprio capitano: chi Tavaniello, chi Gagliostro, chi Fiorini, chi
Bobbolone. Gioca una partita strana, un po’ probabilmente per la pressione di
questa vicenda e un po’ per il rendimento altalenante delle ultime partite.
Alterna infatti pregevoli interventi a iniziative incomprensibili, come quella
dell’inizio secondo tempo in cui “predica” di girare il pallone e “razzola
male” lanciando senza un apparente motivo e senza precisione, facendo
imbestialire il povero Mr. Placidi che si mangia il cappello in panchina. Nel
complesso discreta partita anche se lontana dai propri standard di rendimento. CONVALESCENTE!
D’INVERNO:
VOTO 6.5. Partita priva di sbavature da
parte del centrale difensivo degli architetti con licenza di uccidere,
impegnato in questo frangente più nella fase d’impostazione della manovra che
nella fase difensiva. Riesce al solito intrattenere cordiali relazioni di
vicinato con il centravanti avversario, che si narra abbia giocato
all’intertoto (oppure era al totocalcio?), che nel secondo tempo gli chiede il
contatto Facebook, ma lui che ha già più amici sui social di Chef Rubio del
programma Unti e Bisunti, è costretto
suo malgrado a negargliela e tra i due nasce qualche piccolissimo attrito.
Anche il gap linguistico non aiuta, lui romeno e Massi romano, con il buon
D’Inverno che si accorge delle carenze di dizione dell’avversario, consigliandogli
generosamente un master linguistico al Cepu. SOCIEVOLE!
FEBBRARO:
VOTO 7. E’ chiamato a riscattare la a dir poco
opaca prestazione della settimana precedente. Tira fuori una prestazione
maiuscola, spingendo costantemente in fase offensiva. Difensivamente non ha
particolari compiti poiché si gioca solo nella metà campo avversaria e lui, che
in realtà è un centrocampista naturale trapiantato in difesa per esigenze
d’organico, può quindi dedicarsi al sua passione: lo slalom. Quando parte palla
al piede infatti non lo prendono mai, buono il feeling con Alfieri,
dirimpettaio per l’occasione con cui esegue buone geometrie. Avrebbe anche
l’occasione per andare in porta, dopo una discesa degna del miglior Bruno Peres
ma preferisce servire il compagno meglio posizionato. MAICON!
CAPPELLI E
AMATO: VOTO 6. Entrano in campo con un solo
compito e obiettivo, rendere vano l’ultimo assalto degli Akrosport. Bloccano
tutto e tutti trattenendoli in area come meglio non si potrebbe. Al momento
della battuta del calcio di punizione sembra di vedere il gioco girogirotondo con tutti giù per terra. PIOVRE!
TAVANIELLO:
VOTO 6.5. Prestazione positiva del quaterback degli architetti, che pone
fine alla leggenda metropolitana che lo vuole assente quando le condizioni
meteo non sono perfette. In effetti la coincidenza delle sue assenze ali
allenamenti quando fuori ci sono meno di 12 gradi centigradi di temperatura, o più
di 6 nodi di vento o ci sia anche semplicemente solo pioggerella, sono curiose e
Mr. Placidi è un po’ che ne osserva i comportamenti. Non trova grandi rivali
nel centrocampo Akrosport ed è libero di tessere le trame del gioco e di
proporsi anche in fase offensiva. Qualche lancio di pregevole fattura e anche
un paio di tentativi da fuori area a cercare la via del gol: due asciugamani
bagnati che perdono d’inerzia durante il tragitto verso il portiere che
ringrazia e li aggiunge alla propria collezione di biancheria. METEREOPATICO!
GAGLIOSTRO:
VOTO 5.5. Già in settimana aveva dato segni di
nervosismo per un’insofferenza al gioco poco di squadra e alle imprecisioni
perfino alle partitelle con le mani. E’ costretto alla panchina da un
risentimento, l’ennesimo della stagione e viene gettato nella mischia solo nel
secondo tempo, per aumentare la qualità offensiva delle giocate della propria
squadra. Mr. Placidi si aggrappa al suo estro e alla sua classe per creare
palle da gol nitide da fornire agli attaccanti. Prova un paio di soluzioni
personali ma non inquadra lo specchio, bestemmiando in calabrese stretto e
creando ilarità generale. PICCATO!
IANNUZZI:
VOTO 5. Entra gli ultimi venti minuti per dare il
suo contributo in termini di freschezza e dinamismo. Dopo pochi secondi dal suo
ingresso sembra il più affaticato in campo, manco stesse correndo da 90 minuti,
con tanto di paramedici preoccupati a bordo campo e ambulanza allertata. Rimane
ancora un oggetto misterioso questo ragazzo, che sembra un organismo estraneo, che
fa tutto il contrario di quello che gli viene chiesto: dall’anarchia della
posizione ai lanci improbabili, dalla mancanza di grinta alla tiroide (malattia
che affligge i giocatori che tirano da tutti le posizioni, anche siderali, meglio
conosciuta come sindrome da Antonio Candreva). UFO!
LEONARDI:
VOTO 6. Partita diligente del giaguaro che soffre un po’ la presenza del vento che lo spettina
continuamente e il mancato arrivo del bonifico giornaliero. Buone geometrie e
tanto cuore per il giocatore che professionalmente parlando fa più nero di
tutti e che deve fare i conti con una concorrenza spietata a centrocampo e con
i controlli dell’agenzia delle entrate. Un po’ di imprecisione in alcuni
passaggi ma nel complesso prestazione positiva. INDAGATO!
BRUNETTI:
VOTO 6. Assente giustificato (o ingiustificato?) per
buona parte della stagione dopo essere partito come uno dei punti fermi di
questa squadra, è chiamato nel finale del secondo tempo a dare il suo
contributo per portare a casa i tre punti e la vittoria scacciapensieri. Prende
parte all’azione del gol con movimento determinante, una finta degna di un sudamericano
che crea i presupposti per l’azione che porta al gol vittoria. BENTORNATO!
ALFIERI:
VOTO 6.5. Gli avversari sono poca cosa e lui ne
approfitta per fare bella figura. Mr. Placidi gli chiede di essere più concreto
e meno lezioso, ma soprattutto di evitare la finta alla Marco Del Vecchio (o finta del cammello ndr.), o perlomeno
di farne un uso contenuto. Applica alla lettera le richieste dell’allenatore,
arrivando al cross dal fondo diverse volte e limitando le giocate
autocelebrative. Tenta al pari del proprio compagno di reparto Tavaniello la
conclusione a rete non tenendo conto della presenza del vento, e aumentando la
mole di sciarpe lanciate al portiere che ringrazia e aumenta il proprio corredo
personale. FRETTOLOSO!
VIGLIOTTI
MICIONE: VOTO 5. Esuberante come sempre si batte
come un leone però con meno ordine e meno risultati del solito. E’ sorvegliato
speciale di Mr. Placidi in cerca di un vice Bomber a causa alla latitanza di
Fiorini e la sonnolenza di Falchetti. Mr Placidi lo guarda con fare
inquisitorio già dall’arrivo quando gli chiede, vedendogli delle borse sotto
gli occhi degne di George Best, che
cosa abbia fatto. Lui risponde pizzetta veloce
e a nanna presto, omettendo volutamente le tre pinte di Super Tennets sgargarozzate per accompagnato
cotale pietanza. Ma andiamo alla partita. Ha almeno quattro palle pulite per
segnare, ma le sbaglia clamorosamente. Nel primo tempo sbaglia un gol clamoroso
colpendo di testa da posizione più che invitante uno dei pochi calci d’angolo
ben indirizzati nell’area piccola, indossando uno strano copricapo a piramide e
colpendo il pallone in modo talmente errato da rispedirlo diretto al mittente.
Nel secondo tempo perde di brillantezza atletica e lucidità sprecando due
occasioni a tu per tu col portiere avversario che di certo non è Luigi Buffon e
che gliele prende tutte senza particolari difficoltà. SPRECONE!
PORCELLI JR.:
6.5. Inizio scoppiettante per l’esterno offensivo
degli architetti che si sta ritagliando
uno spazio importante a suon di prestazioni positive. Già al primo tempo
una discesa travolgente fa gridare al gol: alto di poco. Ogni volta che prende
palla è pericoloso, purtroppo manca di precisione e di cattiveria sotto porta,
altre volte eccede di altruismo. Se avesse anche la tecnica oltre che la corsa
non giocherebbe a questi livelli, poco ma sicuro. Mr. Placidi intanto se lo
gode e coccola guardando la creatura che lui stesso ha plasmato e che assomiglia
sempre di più un giocatore vero. MATURO!
FALCHETTI:
VOTO 7. E’ la testimonianza della veridicità delle
affermazioni di mister Placidi. Anche pochi minuti in campo possono determinare
il corso di una stagione. Ha atteso il suo momento, ha incassato i colpi,
sferzato da critiche taglienti che avrebbero abbattuto persino il muro di
presunzione di Febbraro, ha saputo soffrire e ora si gode il suo momento di
gloria. Entra nel finale, quando c’è bisogno di gettare il cuore oltre
l’ostacolo. Subito un paio di lanci lunghi su cui si fionda con la stessa
velocità di un orso appena destatosi dal torpore del letargo. Ma quando la
lancetta dei secondi sta per decretare la fine di un sogno e l’inizio di un
purgatorio, ecco la palla giusta. Palla imbucata dalla linea mediana, finta di
Brunetti, palla a Bobbolone che stoppa e apre le sue possenti ali da falco di
mare per proteggere il pallone da almeno 3 barra 4 barra 11 difensori
avversari, stop-passaggio all’accorrente Ridolfi, che segna. ALBATROS URLATORE! (Si chiama così per il verso che emette,
molto simile al raglio dell’asino: è l’albatro urlatore che con oltre 3,5 metri
di estensione alare detiene questo primato. Quando vola o nuota è molto
elegante, mentre se cammina sul terreno di un campo sintetico risulta goffo e
sgraziato. Depone un solo uovo ogni due anni e lo cova per più di 11 settimane.
Insomma fa una cosa bona ogni due anni e poi se ne vanta per tanto tanto
tempo).
CIAFFI: VOTO
6.5. Entra ed esce dal campo con la stessa velocità
con cui si entra ed esce da un bar per un caffè. Nel tempo che trascorre in
campo però contribuisce con giocate preziose alla rincorsa al successo degli
architetti. Solo un riflesso felino da parte del portiere Akrosport gli nega la
gioia del gol, deviandogli sopra la traversa un colpo di testa ravvicinato
sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato da Ridolfi, che aveva fatto
gridare tutti al gol. Insomma bello ma durato poco. STELLA CADENTE!
RIDOLFI:
VOTO 7. Il voto è la media tra il 5 che avrebbe
meritato per la prestazione e il 9 per l’importanza del gol. Gioca una partita
bruttina, cercando in maniera ossessiva il gol, calciando malamente tutte le
buone occasioni che gli vengono servite o che è egli stesso a crearsi. Batte
una decina di calcio d’angolo, di cui la maggior parte con traiettorie
improbabili che non arrivano né sul primo né sul secondo palo, casomai sul
quarto palo (quello della luce del campo). Ci prova fino alla fine e nei minuti
di recupero la sua caparbietà (o cocciutaggine) è premiata, assist di Bobbolone
e palla sotto la traversa che manda in estasi gli architetti e fa esplodere
letteralmente la panchina. Alla faccia della Massoneria. CROCE E DELIZIA!
MR. PLACIDI:
VOTO 7.5. Lui lo sapeva, lui se lo sentiva. Aveva
immaginato questa situazione. Nell’allenamento del martedì aveva predetto quale
sarebbe stata con buona approssimazione lo scenario che si sarebbe verificato
sabato. Fortunatamente aveva pianificato tutto. Aveva addirittura preparato
psicologicamente i propri giocatori simulando una partita tra due squadre
squilibrate, una più forte arrembante e una volutamente più debole (per
inferiorità numerica) che cercava di difendersi bassa con le unghie per tentare
di sopravvivere. E così e stato. Ma analizziamo in dettaglio la sua partita:
- deve fare i conti con numerose defezioni tra squalificati,
infortunati, massoni e assenti giustificati (Vallerotonda, Madonna, Colasanto,
Allocca, Fiorini, Fabiani, De Santis, Cannone, ), alcuni giocatori
convalescenti o non in perfette condizioni fisiche (Cappelli, Gagliostro) e
quindi da fondo a tutto il suo sapere di allenatore per schierare una
formazione quadrata ed equilibrata;
- schiera alcuni giocatori in ruoli chiave, dando loro fiducia e
che essi ripagano con prestazioni positive (Leonardi e Porcelli jr.);
- inserisce a partita in corso nei momenti decisivi giocatori con
un minutaggio ridotto nelle gambe ma che sa che possono dare un contributo
fondamentale (Brunetti, Ciaffi, Amato, Cappelli, Iannuzzi);
- resiste alla tentazione di sostituire Ridolfi a fine primo tempo
e di sostituire Iannuzzi dopo pochi secondi dal suo subentro in campo;
- cala l’asso quando ormai tutti avevano perso le speranze,
inserendo il Bobbolone nazionale, spiazzando i bookmakers e anche qualche
giocatore, e piglia tutto;
- ci crede fino alla fine, sgolandosi e raccomandandosi a qualche
santo che evidentemente da lassù lo veglia e lo protegge.
Intervistato a fine partita Mr. Placidi ha rilasciato le seguenti
dichiarazioni a chi gli ha chiesto se ad un certo punto avesse perso le
speranze: “Crederci fino in fondo, contro
ogni ragionevole dubbio, contro ogni matematica certezza, questo è la rotta che
seguo, non so usare la bussola ma osservo il sole, le maree, le stelle e sento
il vento”.
Mancano 270 minuti alla fine del campionato. Cosa si vede
all’orizzonte? L’armata dei Vigili del Fuoco. Alle sue spalle? 30 bucanieri
affamati pronti a tagliar gole o a sacrificarsi pur di raggiungere l’obiettivo.
Paura? No Vertigine. Vertigine? Si. Ma come dice una nota canzone, La vertigine non è…paura di cadere, ma
voglia di volare. Mi fido di te (cit. canzone Lorenzo Cherubini in arte
Jovanotti). INGRIFATO!!
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