Salve Mister Fiorini, ci puoi raccontare quando è iniziata la tua avventura con gli Architetti Roma. Qualche aneddoto particolare che ci vuoi raccontare?
Un giorno primaverile dell’anno 2000 Ugo Giuliani, con cui oggi sono associato professionalmente e che nei primi anni del passato decennio fu il responsabile della nostra squadra, mi chiese di giocare qualche partita con un gruppo di amici architetti. Accettai inconsapevole del fatto che il nostro ordine stava organizzando una squadra di calcio, ignaro che di quel gruppo di “scapestrati architetti pallonari” non avrei potuto più farne a meno.
Furono anni decisivi per le nostre sorti, tenemmo veramente duro e costruimmo le fondamenta. Oggi la squadra è il fiore all’occhiello di ALOA, l’Associazione Ludica dell’Ordine degli Architetti di Roma, che oltre al calcio e allo sport in genere si occupa di cultura, eventi e altro.
Negli ultimi anni siamo cresciuti molto sia sotto l’aspetto organizzativo, questo per merito dell’attuale responsabile Tommaso Empler, sia sotto l’aspetto tecnico con la numerosa partecipazione di architetti dai “piedi buoni”. Oggi sono fiero dei buoni risultati che stiamo ottenendo, ma non dimentico quel gruppo di pionieri che il sabato mattina prima della gara s’incontravano in Via Maresciallo Pilsudski, sotto la storica sede dell’Ordine, lì ci contavamo ed eravamo in sette e da lì a poco l’arbitro avrebbe fischiato l’inizio della gara.
Mi hanno detto che ti chiamano mistercap? Che significa? Perché ti hanno dato questo nome?
E’un appellativo che in questo periodo i ragazzi che fanno parte della squadra usano spesso e mi piace molto poiché sintetizza la mia lunga storia con gli Architetti Roma Calcio.
Salvo i primi anni ho sempre portato la fascia da capitano al braccio, l’ho sempre fatto con grandissimo orgoglio fino a pochi mesi fa quando presi la decisione di smettere di giocare. Successivamente ho avuto la fortuna di allenare la squadra, un gruppo in cui ancora ci sono giocatori con cui ho condiviso molte vittorie e ahimè anche qualche sconfitta. Pertanto molti ragazzi ancora hanno l’abitudine di chiamarmi “capitano”, mentre per i nuovi è doveroso il “mister”.Credo che da tutto ciò derivi il soprannome.
Hai, ovviamente, anche un passato da calciatore. Ricordi quanti gol hai segnato con questa maglia Qualche autogol? Voci di spogliatoio dicevano che eri anche il rigorista: ricordi l'ultimo rigore che hai tirato?
Da ragazzo giocavo come mediano, in seguito ho ricoperto sempre uno dei ruoli difensivi, ma con gli Architetti Roma Calcio ho continuamente giocato come centrale di difesa, pertanto è sempre stato arduo arrivare alla conclusione in porta, tantomeno al goal. Anche se non ho mai realizzato reti in partite decisive, qualche soddisfazione me la sono tolta anch’io. Ricordo alcune realizzazioni di testa, in particolare una contro gli Ingegneri Roma 2 al torneo TRC, quel giorno andammo a segno sia io che mio fratello Alberto.
Sai nel calcio come in altri sport non bisogna mai aver paura di sbagliare ed io non l’ho mai avuta, pur sbagliando. Le voci che ti hanno suggerito la domanda vogliono che ricordi un errore dal dischetto in una semifinale, che poi è stato l’ultimo rigore che ho tirato, cosi come vogliono che ricordi anche un autogol. Di quest’ultimo non mi sono mai assunto la responsabilità e ancora oggi ne dibatto con il responsabile, il mio amico Tommaso Empler.
E' la tua prima esperienza da mister degli Architetti, o hai già allenato la squadra nel passato: come è andata?
Nella stagione 2007/08 ci trovammo in una strana condizione, quella di una squadra ben organizzata ma senza un allenatore. Cosi presi io la responsabilità di allenare i ragazzi pur giocando, anzi giocando tutto l’anno titolare. Fu un anno incredibile, mi preparavo male perché ero concentrato a far eseguire un buon allenamento al gruppo, giocavo peggio perché correvo dietro ad un attaccante avversario mentre pensavo a una sostituzione. Facemmo un ottimo torneo uscendo in semifinale al TRC, ma alla fine di quell’anno decisi di tornare a fare solo il calciatore. Se penso, però a quel periodo, posso dirti che lì era matura in me l’idea di allenare, rimandai la decisione perché mi sentivo bene fisicamente, anche se gli anni cominciavano a farsi sentire.
Questa stagione è cominciata con il nuovo logo, nuovi innesti e una squadra determinata e ambiziosa. Cosa ci puoi dire sui ragazzi che compongono la rosa di quest'anno? Dove possono arrivare gli Architetti Roma Calcio?
Avevamo bisogno per questa stagione non solo di un nuovo logo ma di rinnovare l’organico. Cosi alcuni ragazzi dopo averci lasciato, hanno trovato nuovi stimoli nella squadra dell’IBM e sono contento che stiano facendo bene, altri hanno deciso diversamente mentre nuovi giocatori sono arrivati ad integrare la rosa. Credo che questo abbia portato nuovi stimoli e rinnovate motivazioni.
Sono molto contento del gruppo che alleno, composto di bravi ragazzi in cui il senso dell’amicizia viene prima delle velleità sportive, completo in ogni reparto e che mi consente di variare molto i sistemi di gioco. Abbiamo in organico ragazzi che hanno superato le 40 primavere ma che sono sempre in prima fila a tirare il gruppo, ci sono under 30 che hanno l’umiltà necessaria per crescere e infine qualche individualità che è indispensabile nello spogliatoio come in campo.
In un organico che conta più di trenta giocatori, se proprio devo spendere una parola in più, lo faccio per quei ragazzi che trovano poco spazio in campo ma che sono sempre presenti agli allenamenti e che forniscono prova del loro spirito sportivo.
Dopo undici giornate siamo secondi a tre punti da Roma Capitale, difficilmente loro perderanno punti poiché sono un’ottima squadra, ma noi andremo in campo sempre per vincere, fino alla fine e poi guarderemo la classifica.
Al giro di boa gli Architetti Roma Calcio sono tra le squadre di vertice: come vedi questo campionato, Mister? Chi vince? Quali sono i vostri obiettivi?
Quest’anno il Trofeo del Petrolio è un campionato avvincente ed equilibrato, mi sembra che diverse squadre si siano rinforzate e questo rende il torneo molto interessante, oltre che qualitativamente migliore.
La lotta al primato sarà affascinante fino all’ultima giornata e vedrà protagoniste, oltre a noi, la squadra di Roma Capitale e quella dell’UTR Onlus.
Come detto noi faremo del nostro meglio fino all’ultimo, sperando in un passo falso di chi ci precede, senza provare rammarico per quei punti persi in avvio di stagione.
Nessun commento:
Posta un commento