giovedì 14 luglio 2016

CAMPIONATO NAZIONALE AICS, Tonezza del Cimone (VI) - LE PAGELLE DI MR FEBBRIZILIANI

FRANCINELLI: VOTO 8. Arriva all’appuntamento per la partenza con la futura (prossima) moglie che lo saluta e lo raccomanda di non farsi male che a fine Agosto si devono sposare. Lui la rassicura promettendole che tornerà a casa sano e salvo ma dimentica di fare i conti con la propria schiena. L1/T12 e il Francio è colpito e affondato, roba da battaglia navale. Per la durata dell’unica partita che gioca, contro la compagine parmense, viene chiamato a ben 2 interventi che risolve con la classe che lo contraddistingue. Farà storia la parata sul calcio di rigore che sfodera, e che permette agli architetti Roma calcio di aggiudicarsi il primo incontro, dopo che è rimasto a terra per almeno due minuti e sia evidentemente impossibilitato a continuare a giocare. FALSO INVALIDO!

MIRANDA: VOTO 8.5. Escluso al primo incontro per scelta tecnica brontola un po’ per la mancanza di fiducia nei suoi confronti e decide di arrangiarsi come può, ricorrendo al Vodoo. Detto fatto ecco che Francinelli alza bandiera bianca, aprendo il sinistro per prendere i soldi dell’assicurazione e pagarsi metà del matrimonio. Chiamato in campo si fa trovare pronto e gioca un torneo in crescendo. Contro la squadra di Milano fa il meglio ed il peggio visto in campo. Para un rigore che sembra Handanovic e fa un’uscita a vuoto che sembra Seaman dell’Inghilterra. Partita dopo partita acquista fiducia e cresce nel rendimento fino a sfoderare un paio di parate di altissimo profilo, di cui una in finale su punizione dal limite su cui si lancia che sembra Lev "Ragno nero" Yashin. Verrà però ricordato soprattutto per la pizzetta al pomodoro che dimora sulla sua gamba, segno di un evidente stato di cancrenosi tibiale e per il contributo fondamentale dato per gli extra dell’albergo che solo per il “cocktail Miranda” (amaro con ghiaccio e scorza di limone per chi non fosse bartender) sono costati alla squadra ben 150 euro. UBRIACONE!

CAPPELLI: VOTO 8.5. In un torneo impegnativo come quello di Tonezza del Cimone avere nel proprio organico un giocatore capace di ricoprire molti ruoli è un po' come avere fatto 13 al totocalcio. Terzino destro, sinistro e centrale di difesa, dove lo metti non sbagli. Rendimento costante estremamente soddisfacente, un po’ come una trombata con Rocco Siffredi. Si mette alle calcagna degli attaccanti avversari anticipandoli, insultandoli, maltrattandoli e minacciandoli. L’aspetto austero da professore li induce a subire sommessi le angherie del docente più amato dalle studentesse italiane e straniere che a suon di like sul suo profilo FB tentano di svangare il suo durissimo esame. MURO INVALICABILE!

MADONNA: VOTO 7. Ormai definitivamente stabile e a suo agio nel ruolo di terzino dx deve fare i conti con una serratissima concorrenza di Cappelli, Vigliotti, Colasanto, Mattei e chi più ne ha ne metta. Lui però non si scompone più di tanto e accetta la competizione. Gioca partite accorte lanciando profondo e evitando di correre rischi inutili. Le sue rimesse poi sono un vero e proprio pericolo costante per gli avversari che cercando di ribattere come possono. Sfiora il gol nel finale della finale (scusate il gioco di parole) con un colpo di testa degno di Peter Crouch sia per dinamica che per antiestetismo. CATAPULTA!

PORCELLI M.: VOTO 9.5. Non è un caso che questo giocatore sia il capitano degli Architetti Roma Calcio. Reduce da un brutto infortunio accorso durante una delle ultime amichevoli pre-torneo, regalo di una gomitata di quella checca isterica con il cerchietto che corrisponde al nome di Paulizzi, stringe i denti e guida la squadra al successo della quarta (e più importante) coppa stagionale col piglio del leader nonostante una costola probabilmente incrinata, roba da Luis Fernandes (in arte Pelé) nel film "Fuga per la vittoria". Quando la squadra non riesce a sbloccarsi dall’evidente stato di torpore offensivo, è lui a togliere le castagne dal fuoco con 2 gol in altrettanti incontri. Per un evidente caso di omonimia o scambio di persona risulta essere il migliore in campo della finale del torneo e quindi forse nell’unica partita in cui non avrebbe meritato tale titolo. Ma poco importa anche perché nelle ultime 36 ore si è nutrito solo di OKI, Alcool e sigarette artigianali. Insomma a noi piace così, bello e dannato. MICHY ROURKE.

D’INVERNO: VOTO 9. A 44 anni suonati e in un torneo con 2 partite di media al giorno ci si sarebbe aspettati da lui una presenza in campo limitata, a causa del tournover. Il buon Massimiliano, è risaputo, ha una resistenza al dolore e alla fatica degna di un atleta di pentathlon, basta ricordare di quando giocò la partita più importante della stagione a casa della temutissima Telecom con ancora l’agocanula della flebo al braccio. Assieme a Porcelli è il più impiegato del gruppo, mai sostituito, e stabilisce l’incredibile record di 0 ammonizioni in 4 partite, roba che neppure lui ci crede e che se ne vergognerà per anni. Per compensare tanta bontà quando tutti dormono e non è visto da nessuno, esce nel cuore della notte per sgozzare il capretto dei vicini e berne il sangue. Perde la voce (e a tratti anche la pazienza) a più riprese col povero Febbraro reo di non chiamargli l’avversario che gli taglia alle spalle e di essere sempre troppo distante da lui nella diagonale difensiva. Tranquilli Febbraro è tuttora vivo e vegeto, se non altro perché gli eseguiva la fasciatura giornaliera e quindi è stato costretto a tenerlo in vita. Comunque con lui non si passa e i malcapitati attaccanti avversari tonano a casa a bocca asciutta. PIETRONE VIERCHOWOD!

FEBBRARO: VOTO 6.5. Dopo una stagione da protagonista, se non altro per il rendimento costante che lui stesso si attribuisce nelle pagelle che egli stesso redige, stecca l’appuntamento più importante della stagione. Ha abituato tutti a grande personalità e belle giocate eppure di entrambe se ne vedono poche in questo torneo. Ha come attenuanti l’evidente disagio che dimostra quando gioca nei campi in erba naturale al posto dei sintetici e i postumi di un matrimonio da poco celebrato con tanto di luna di miele che lo tiene lontano dalla squadra e non gli permette di prepararsi atleticamente a questo evento così importante come vorrebbe. Comunque. Interrompe anzitempo la luna di miele per poter giocare la semifinale della Spring Cup e mettere preziosi minuti nelle gambe in vista di Tonezza (gesto in realtà apprezzato dal solo Cappelli). Lascia nel secondo weekend di matrimonio la moglie a casa e gioca un torneo con luci ed ombre giocando da par suo solo in finale. Purtroppo verrà ricordato più per i due rigori sbagliati in altrettante partite che per quello che di buono ha combinato, dando finalmente ragione al Valle che lo vuole di Corvette in cucina piuttosto che al Pass. NON PRESUNTUOSO!


GAGLIOSTRO: VOTO 6. E’ senza ombra di dubbio il giocatore più sfortunato del torneo e forse anche della stagione degli architetti (ex aequo con il compianto De Santis). Già durante l’arco di questa lunga ed estenuante stagione calcistica era stato perseguitato da una serie di infortuni che lo avevano costretto a lungodegenze lontane dal campo da gioco. Rientra pronto per l’uso per il finale di stagione con tanti sogni e tante speranze che purtroppo vengono infranti già alla prima partita quando, complice un pessimo stato del campo da gioco e un’entrataccia da parte di un centrocampista parmense è costretto ad uscire dal campo e non farci più ritorno per tutta la durata del torneo. A lui vanno il nostro sostegno e il nostro in bocca al lupo. DAIE PEPERONCINO!

VALLEROTONDA: VOTO 8. Inizia così così, al suo solito, correndo tanto per il campo ma male, estraniandosi dal gioco. Aumenta il proprio apporto partita dopo partita, un po’ come un motore diesel. Nonostante venga continuamente vessato da Febbraro che lo accusa di “dormire da piedi” e di scarso rendimento, si impegna e si danna l’anima combattendo su ogni pallone come se fosse l’ultimo, contribuendo con il suo apporto dinamico alla vittoria finale. Corre, salta, crossa e persino raddoppia. Gli manca solo la via del gol che cerca in più di un’occasione e che solo per mancanza di fortuna non riesce a trovare. Alterna buone giocate a facciate sul terreno, figlie della voglia e di un’evidente scarsa coordinazione, ricevendo qualche calcione di troppo che ricorderà per un po’, se non altro per i segni sulla pelle. GREGARIO! 

IANNUZZI: VOTO 9. Bersagliato ferocemente dalla critica dei compagni per lunghi tratti della stagione per il suo scarso impegno e per il suo rendimento discontinuo, si prende una bella rivincita in quel di Tonezza. E’ l’alfa e l’omega degli architetti. Suo infatti il primo e l’ultimo gol degli architetti in questa prestigiosa competizione. Da rivedere le esultanze. Nella prima tenta di pogare contro un compagno che si sposta all’ultimo e lo lascia cadere come una pera cotta, nella seconda tenta una capriola degna di un Makinwa ottantenne con la sciatica. Pochi minuti ma di grande qualità, per il Pinturicchio dell’Aloa, (o era il Borraccia di Alba Adriatica?), che finalmente è entrato in condizione e inizia a far vedere il suo vero valore, e che tutti sperano sia solo la punta di un iceberg. LAZZARO!

LEONARDI: VOTO 6.5. E’ l’ultimo ad aggregarsi al gruppo dei 25, causa compleanno del figlio, e quindi è costretto a farsi il viaggio da solo pur di non dare un dispiacere al suo pargolo, roba da super papà. Prende un treno in solitaria pur di esserci, a testimonianza di quanto ogni singolo giocatore sia conscio dell'importanza del proprio apporto. In campo per 45 minuti contro la corrazzata di Novara, alterna buone cose come i contrasti vinti, a cose meno, come il mancato colpo di testa sul gol Novarese. Le malelingue dicono che non voglia rovinarsi il ciuffo e che inizi anche ad avere un principio di alopecia, ma lui non se ne cura e tira dritto come un treno verso la tricopigmentazione. Scelto come rigorista ufficiale in caso di rigori, ha il rammarico che la squadra smetta di pareggiare e inizi a vincere proprio al suo arrivo e quindi di rigori neppure l’ombra. Lui è comunque soddisfatto, per i minuti giocati e per aver riciclato gli 80 euro del treno e i soldi per l’albergo. LAVATRICE!

TAVANIELLO: VOTO 7.5. Arriva all’appuntamento di Tonezza in evidente ritardo e con aria di sfida, a capo di un gruppo di dissidenti che arrivano consapevolmente tardi, sfidando le ferree regole dettate da Mr. Placidi in versione Daimon di Mila e Shiro. Gioca la prima partita così così, frenato da un campo in pessime condizioni. Cresce nella seconda partita e conclude il torneo con una prestazione sontuosa, chiudendo le trame di gioco avversarie e dando, da buon metronomo, fluidità alla trama di gioco architettonica. Si farà ricordare soprattutto per un battibecco con il difensore Vicentino della finale, che gli dichiara apertamente il suo amore mostrandogli la lingua, ma che il Tava rifiuta decisamente e bruscamente perché etero, sposato e con figli. Però quant'acchiappa. Atro che metronomo...METROSESSUALE!

PORCELLI S.: VOTO 9. Il bruco che diventa crisalide ed ora farfalla. Ma quale farfalla, ape vera e propria, che punge come una vespa. Quando si accende è inarrestabile, una forza della natura. Nelle prime partite latita a causa di un campo impraticabile che non gli permette di esprimere tutte le sue caratteristiche di corridore. Cresce partita dopo partita diventando una delle armi in più della squadra degli architetti. In finale è il crack che sposta gli equilibri: dapprima con un assist al bacio che chiede solo di essere depositato in porta, poi con un’accelerazione che costringe il difensore avversario al fallo da rigore. I giocatori avversari non riescono a frenarne l’impeto e lui s’impadronisce della fascia destra dettando legge fino al momento della sua sostituzione. URAGANO!

COLASANTO: VOTO 8.5. Arrivateci voi alla soglia del mezzo secolo come Massimo. Splendido 49enne con lo spirito di un ragazzino e la voglia sessuale di un adolescente. Arrivato in quel di Tonezza si mette subito alla ricerca, con tanto di GPS, di via Abbruzzi e ha l’impulso di ritornare ad Alba Adriatica seduta stante quando non la trova in tutto il Veneto. Si arrende all'evidenza e si mette mentalmente e fisicamente solo a disposizione di Mr Placidi che lo utilizza sapientemente. In campo è un grillo che salta libero per la vallata di Tonezza, correndo su e giù per il campo e arrivando quasi sempre primo sui palloni scodellati. In finale gioca una partita pressoché perfetta guadagnandosi la standing ovation con tanto di applausi anche avversari al momento dell’uscita.  DORIAN GRAY!

MATTEI: VOTO 6.5. Non è facile trovare spazio in una squadra che ha vinto praticamente tutto ciò che c’era in palio, quando si è l’ultimo arrivato. Il Roscio che nei propri trascorsi ha una militanza in diverse categorie calcistiche tra cui anche quella delle pippe al sugo, questo lo sa e si mette a disposizione dell’allenatore con la serietà di un professionista e la voglia di un neofita. Viene sorprendentemente schierato titolare nella prima partita del torneo, con sommo stupore di tutti i presenti, diretta conseguenza di un’apparizione notturna nei sogni di Mr Placidi, rinomato per la scaramanzia, che lo sogna primo marcatore e caccia un urlo nel cuore della notte. Per sua sfortuna, (a parte quella di essere roscio si intende) oltre a riceve la maglia col numero 17 per uno strano scherzo del destino, Mr Placidi dopo 15 minuti di gioco rinviene dal suo momentaneo torpore scaramantico e lo toglie in fretta e furia dal terreno di gioco, gridando anatema. Il povero Mattei in realtà fino a quel momento non aveva neppure demeritato. Verrà ricordato più per la sua dipendenza da Selfie e dall’abilità con cui guida il Fiat Ducato che per le sue giocate. In ogni caso a soli due mesi dal suo ingresso in squadra è già diventato un beniamino, pure se tutti riconoscono che a tratti sia un deficiente completo. ROSCIO MALPELO!

TASSONE: VOTO 9. E’ un giocatore di un’altra categoria e lo si capisce da subito, quando schierato in campo da titolare nel primo incontro, pur essendo alla prima con il gruppo, si impadronisce del centrocampo con il piglio del leader e fa suonare la squadra come un ottimo direttore d’orchestra. Che sia un professionista lo si capisce immediatamente, anche perché è l’unico in squadra ad avere 5 paia di scarpini diversi nella borsa avendo a disposizione un solo paio di piedi. Sovrasta sul piano fisico i suoi diretti avversari, non trovando rivali sui colpi di testa in cui salta che pare abbia le molle sotto gli scarpini. Il centrocampo con lui in cabina di regia diventa un reparto completo e la palla gira con fluidità trovando spesso la via della porta. Gioca senza sosta tutte le partite del torneo buttandosi a capofitto nella mischia quando infuria la battaglia. Bella e coraggiosa la scelta di giocare anche la finale seppur acciaccato e usurato, in cui dimostra un attaccamento alla squadra che va oltre il mero svolgimento di un compito pattuito. COMBATTENTE!

ALFIERI: VOTO 10. E’ l’uomo dei gol pesanti, quelli che ti fanno gridare a squarciagola e fare tutto il campo di corsa pur di abbracciarlo, roba che a confronto l’esultanza di Tardelli ai Mondiali è nulla. Dopo quello pesantissimo nella tana del lupo, covo Telecom, ecco un’altra prestazione maiuscola del falso nueve degli architetti, che di segnare ha preso il vizio ed è determinante in questo ruolo da rifinitore, liberato da compiti di impostazione e d'interdizione. A lui va la palma del migliore del torneo. In tutte le partite è sempre uno dei più pericolosi, con una continua ricerca della via del gol. Decide la finale con una storica quadripletta che lo incorona capocannoniere del torneo. 4 tiri 4 gol. 100% di realizzazione. Rigori compresi in cui si dimostra il più freddo dagli 11 metri. Al quarto gol si leva un grido da bordo campo: Alfieri sei nammerda! Come dagli torto. Afieri merda sempre e comunque, lo ha ribadito pure il n. 5 dei Vigli del fuoco, uno che sembrava appena uscito di galera con tanto di tatuaggi sulle braccia e sul collo, uno tranquillo insomma. Quindi AAM sì, purché Alfio giochi sempre così. MAN OF THE MATCH!

VIGLIOTTI MOMMO: VOTO 7.5. Reduce da un infortunio al tallone, recupera a tempo di record e si fa trovare pronto per le finali nazionali seppur non al meglio della condizione fisica. Schierato come terzino destro e come interno di centrocampo è sempre garanzia di apporto dinamico, di grinta e di forza fisica. Viene utilizzato un po’ con il contagocce da Mr Placidi che evidentemente non vuole rischiarne una ricaduta, ma quando viene chiamato in causa è sempre prezioso. Bene in tutte le apparizioni, ma senza brillare come ormai tutti sanno che è in grado di fare. RISTABILITO!

AMATO: VOTO 6. E’ l’esempio dell’uomo squadra. La dimostrazione del vero attaccamento alla causa comune e al gruppo. Nonostante un minutaggio ridottissimo nelle ultime uscite, si mette in forma buttando giù qualche kilo di troppo e si fa trovare pronto per il torneo. Si mette a disposizione del mister che decide di concedergli una sola apparizione, nella quale gioca senza lode e senza infamia meritando la sufficienza. Per il resto del torneo è da 10 e lode. Si da' da fare per rimediare i pulmini, garantendo con i propri soldi per la franchigia e guidandone personalmente uno per 1200 km., rincuora i compagni demoralizzati, incita da bordo campo come fosse un capo tifoso, porta materiale per i compagni e molto altro ancora. Il tutto rispettando con correttezza e in silenzio il volere dell’allenatore con una maturità e un professionismo che possono solo essere elogiati ed essere di riferimento per tutti i compagni. ENCOMIABILE!

BRUNETTI: VOTO 7. Deve fare i conti con una concorrenza spietata a centrocampo che gli riduce il minutaggio e gli fa anche girare un bel po' le palle. Gioca un torneo senza particolari squilli, cercando di rendersi utile quando viene tirato in ballo. Contro i Vigili del fuoco ingaggia una gara di vera ignoranza con il terzino avversario, trovando pane per i suoi denti. Le malelingue dicono di aver visto il mansueto Bruno che lo cercava con una mannaia sotto casa non appena di ritorno dal viaggio. Perché Bruno è buono sì, ma guai a pestargli i piedi. Di certo non è soprannominato Psycho per la passione che ha per i film di Hitchcock. Vigile avvisato. Unico vero neo del suo torneo, il calcio di rigore tirato malamente con la stessa voglia con cui ci si reca per pagare una muta da Equitalia. IRREQUIETO!

RIDOLFI: VOTO 7. Lui a Tonezza non ci voleva neppure venire, un po' per scaramanzia, un po' per la vena polemica che contraddistingue il folletto degli architetti Roma calcio. Comunque. Arriva all'albergo per il rotto della cuffia, quasi in zona multa, a causa di uno stop improvviso da parte della polizia attirata sia dai cerchi in lega da tamarro recentemente montati sulla sua automobile, sia dai candidi visi da bravi ragazzi che hanno i suoi passeggeri. Con profonda perplessità da parte degli stessi agenti, che non riescono credere ai loro occhi, risultano tutti incensurati o quasi. Quasi si, perché D'Inverno ha una lista di denunce per minacce e percosse che a confronto Tyson sembra Papa Francesco. Il kit di Marco in quel di Tonezza è rappresentato dal solito paio di infradito e le ciavattelle color fluo e, forse per la prima volta della sua vita, deve arrendersi all'evidenza dell'impraticabilità del campo e decide di andarsi a comprare un paio di scarpini nell'unico negozio nel raggio di miglia, che però vende principalmente ortofrutta. Tra le pesche e le mele della Val di non, riesce comunque a trovarne un paio che gli calzano. Purtroppo per lui gli serviranno a poco, a causa di uno scarsissimo rifornimento di palloni giocabili e la sua proverbiale refrattarietà a tirare in porta. Aveva sognato un torneo nazionale da protagonista, a riscattare una stagione al di sotto delle sue possibilità, ed invece deve accontentarsi di un ruolo da spalla di un Gonzalo che gli ruba la scena e perché no, anche gli unici palloni giocabili. CENERENTOLA! 

PLACIDI: VOTO 8. Arriva a Tonezza in uno stato di forma eccellente grazie al pilates, dimagrito e depilato. Ha continue erezioni da settimane al solo pensiero di potersi andare a confrontare con le squadre di tutta Italia, roba che neppure il viagra durerebbe così tanto. Quando arriva al campo e vede tutte le altre squadre con le loro magliette scintillanti, comprende che il ruolo di semplice allenatore gli sta troppo stretto e gli monta il Gianluca Vialli al tempo del Chelsea che c'è in lui. Allenatore-giocatore-mascotte-confidente-medico-mental coach, insomma è tutto, tipo la santissima trinità. In campo è il punto di riferimento dell'attacco degli architetti, facendo a sportellate con tutti come Pellè, e facendo ammattire e ammonire buona parte delle difese avversarie. La maglia n. 9 lo esalta anche se, dirà il padre intervistato, a uno come lui dovrebbe essere permesso prendere numeri dal 14 in poi...Il top comunque lo raggiunge in semifinale con i Vigili, quando riesce a far espellere il centrale avversario, che pensava evidentemente di stare nel suo paesino dello sprofondo pugliese, dove lui è giudice e giuria, che lo tartassa di calci dal primo minuto e che guadagna la via degli spogliatoi già a metà della ripresa. Si dedica al lavoro sporco con dedizione, anche perché quello pulito gli riesce poco. Un pallone calciato verso la porta in occasione di una punizione dal limite ha raggiunto lo spazio conosciuto ed è diventato un satellite orbitante accanto a quello di Sky; un rigore viene parato senza particolari difficoltà dall'estremo difensore avversario; un paio di tiri abbattono altrettanti cervi nelle vicinanze del campo; insomma per vedere il famoso Gonzalo dai piedi buoni bisognerà aspettare le partitelle d'allenamento, dove si esalta come pochi, per ora accontentiamoci di Pellè. PANZER.

MR. CIAFFI: VOTO 8.5. E' forse uno dei motivi principali (assieme ai cerchi tamarri) per il quali viene fermata per controlli la macchina di Ridolfi. Quando si avvicinano al finestrino infatti gli chiedono immediatamente documenti ma purtroppo non riescono a riconoscerlo. Lui si giustifica spiegando che è affetto da una brutta congiuntivite, i poliziotti non gli credono e si arrendono solo dopo aver controllato tutti i database di tutti i penitenziari d'Europa. Lo rilasciano dopo un paio d'ore con tanto di scuse ufficiali del Comandante. Al secondo giorno la situazione però non migliora affatto anzi peggiora. A quanto pare la congiuntivite ha l'effetto collaterale di otturargli i seni frattali e quando dorme russa così forte che pare che qualcuno abbia acceso un trattore. Per questo viene anche isolato. Quando si addormenta i compagni di stanza scappano e rientrano soltanto a mattina poco prima che si svegli, per non farlo sentire troppo in colpa: bel gesto. La benda sull'occhio che sfodera dalla finale poi intimorisce gli avversari che pensano sia Massimo Carminati detto "Er cecato" venuto da Roma per mettere le mani sul Torneo di Tonezza del Cimone e con questo misundertstanding contribuisce alla vittoria finale. La benda gli procura anche una scrittura per il remake del film "Fuga da New York" nel ruolo prima di Kurt Russel ed oggi suo di Jena Plissken. Sta di fatto che con lui in panchina gli architetti vincono sempre. CIAFFO ACCIUFFA TUTTO!    


PRES. T.EMPLER: VOTO 8. E' probabilmente uno dei principali artefici di questo nuovo miracolo italiano, assieme chiaramente al resto dello staff tecnico. In una stagione sola infatti riesce a vincere tutto, diventando il presidente più vincente di sempre e contemporaneamente quello più odiato, ma sta tranquillo Tommy, è risaputo che chi vince simpatico non lo è mai. Comunque. Trascorre gran parte del soggiorno di Tonezza al telefonino, roba che neppure Bruce Willis durante le reclami Vodafone. Lui al pari del suo amico e compagno di lavoro Francinelli sta tentando una truffa milionaria chiedendo l'invalidità permanente. Da un po' di mesi a questa parte infatti (le malelingue dicono più o meno da quando hanno iniziato a chiamare fornitori e prestatori d'opera vari per chiedere il saldo delle fatture del 2015), il buon Tommaso dice di avere piccoli problemi di udito. In realtà è sordo come una campana, roba che a confronto Beethoven è un pipistrello. E' infatti l'unico in panchina a lamentarsi h24 dei continui falli non fischiati, pure quando l'arbitro li concede. Ad ogni modo ora ha problemi ben più gravi da risolvere: trovare una bacheca abbastanza grande per contenere tutti i premi vinti dalla sua squadra e reperire i fondi per saldare i premi milionari promessi all'allenatore, dal quale aspettava si una grande annata, ma dal quale sicuramente non si aspettava questo en plein. INDEBITATO!

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